Data is the new oil: un’espressione che, seppure felice, sembrerebbe raccontare di un fenomeno ristretto a Internet e ad appannaggio di pochi grandi player. Tuttavia l’avvento della quarta rivoluzione industriale, ovvero la convoluzione di mondo fisico e mondo digitale, riscrive questa situazione, portando nella data economy i dati generati nel mondo fisico ed estendendo la rilevanza di questo cambiamento anche a imprese medio-piccole. La tecnologia che abilita la quarta rivoluzione è l’Internet of Things, che negli ultimi 15 anni ha visto importanti sviluppi, e che ora è matura e ricca di casi di applicazione, specie nell’innovazione di prodotto. I dati raccolti diventano un nuovo “patrimonio d’impresa” e strategicamente riscrivono i confini della competizione. La mole di dati disponibili impone infine un approccio radicalmente nuovo alla loro elaborazione: l’Internet of Things stringe una santa alleanza con l’Intelligenza Artificiale, soprattutto con i metodi induttivi (Machine Learning), che si nutrono di dati per le fasi di apprendimento e ottimizzazione dei parametri.

In questo scenario si svilupperà, anzi si sta già sviluppando, la competizione nell’era della quarta rivoluzione. Nel maggio 2017, un ormai celebre articolo dell’Economist discuteva della risorsa più importante del mondo: i dati. Attorno alla raccolta, al possesso e allo sfruttamento dei dati si stanno sviluppando nuove tecnologie, nuove politiche, nuove leggi internazionali, nuove professioni e, inevitabilmente, nuovi equilibri economici.