I programmi di benessere in azienda sono oggi sottoposti a trasformazioni significative. Il focus, infatti, si è spostato da un’offerta più o meno standardizzata di benefit, a una proposta sempre più personalizzata, che abbraccia le diverse esigenze di ogni membro dell’organizzazione.

Questo avviene, da una parte, perché la Pandemia ha “sparigliato le carte”, facendo emergere i limiti dei percorsi più tradizionali, che si concentravano unicamente sulla vita lavorativa delle persone. Dall’altra, si deve alla crescita della consapevolezza dei leader nei confronti di questo tema, con una particolare attenzione alle misure di supporto al benessere mentale.

D’altronde, Ceo e responsabili HR rispondono a un’esigenza fortemente sentita dalla popolazione aziendale: secondo il 2022 Global Talent Trends di Linkedin1, il 42% delle persone intervistate ritiene che l’equilibrio mentale e il benessere, in senso più generale, siano aree in cui le organizzazioni devono investire per consolidare la cultura aziendale.

«Appare evidente che le aziende, oggi, hanno bisogno di incrementare il fronte del corporate wellness, con politiche che sappiano iscrivere il benessere all’interno del DNA dell’organizzazione. Quando questo avviene i benefici sono molteplici, basti pensare, ad esempio, alla riduzione dei costi dei dipendenti, a una maggiore capacità di attrarre talenti e, più in generale, a un incremento della produttività», spiega Mariangela Lupi, Head of HR | Professional Recruitment di LHH Recruitment Solutions.

Rafforzare le connessioni

Per ottenere i benefici sottolineati da Lupi, è necessario un approccio innovativo ai programmi di benessere aziendale. Uno studio recente di Gartner² (2021 EVP Benchmarking Survey) individua alcune direzioni verso le quali il corporate wellness si sta incamminando oggi e si incamminerà nel prossimo futuro.