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La “grande scommessa” dei big data: falsi miti e strategie per accogliere la cultura del dato

di Sparks of Knowledge

Tutti parlano di big data. Spesso lo fanno con la goffagine con cui gli adolescenti trattano argomenti come il sesso. Ovvero, tutti ne parlano, nessuno sa davvero come farlo.

La similitudine appartiene a Dan Ariely, professore di psicologia ed economia comportamentale alla Duke University. La dichiarazione è del 2013 ma è ancora valida. Tutti oggi infatti convengono sulla circostanza che i big data siano fondamentali per aumentare il fatturato, ridurre i costi e prevedere i trend del futuro, ma le aziende che sanno sfruttarli a pieno sono ancora poche, malgrado i vantaggi che apportano al business.

Per il Data Literacy Index1, ovvero un modello che valuta il grado di alfabetizzazione dei dati e le competenze dei dipendenti nella data transformation, le aziende con elevata alfabetizzazione valgono dal 3 al 5% in più. In particolare, secondo l’indice, le grandi imprese con un’elevata competenza nella gestione di dati aziendali hanno un valore dai 320 ai 534 milioni di dollari superiore rispetto alle altre.

Per il Data Literacy Index1, ovvero un modello che valuta il grado di alfabetizzazione dei dati e le competenze dei dipendenti nella data transformation, le aziende con elevata alfabetizzazione valgono dal 3 al 5% in più. In particolare, secondo l’indice, le grandi imprese con un’elevata competenza nella gestione di dati aziendali hanno un valore dai 320 ai 534 milioni di dollari superiore rispetto alle altre.

«Eppure, secondo le stime, le imprese nel mondo usano in media solo lo 0,5% dei dati che raccolgono», spiega Andrea De Mauro2, direttore di business analytics in Procter and Gamble e autore del libro “Big Data per il Business. Guida strategica per manager alle prese con la trasformazione digitale” (Apogeo).

Con il suo supporto, approfondiamo il grande tema dei big data, svelando falsi miti, errori e un approccio strategico per i manager che ambiscono a ottenere il massimo rendimento dai dati prodotti dalla loro organizzazione.

SPARKS OF KNOWLEDGE

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