Commercio estero in un mondo tripolare
di Fabio Sdogati e Daniele Langiu
Obiettivi e struttura
Negli ultimi mesi Daniele Langiu, Francesco Morello ed io siamo venuti lavorando ad una idea che potremmo riassumere così: è possibile sostenere che l’adozione dell’iniziativa politica Belt & Road da parte della Cina (2013) e poi la politica protezionistica nota come Make America Great Again adottata dall’Amministrazione Trump (2017) abbia generato un inizio di disaccoppiamento tra le economie cinese e nord-americana?
Sulla base dell’evidenza che siamo riusciti a raccogliere fine ad ora, non è irragionevole assumere che la risposta a entrambi i quesiti sia positiva, e poniamo il quesito ‘successivo’: l’Unione europea risente di questo processo? In chiaro: la nostra economia mostra segni di attrazione verso un polo o verso l’altro? O mostra segni di indipendenza dalle politiche adottate da ciascuno dei due poli?
Il quesito non è ozioso. È generalmente condivisa l’ipotesi che le radici ideali dell’Unione europea risalgano al Manifesto di Ventotene. La data convenzionale per il lancio del progetto europeo è il 1957, anno del Trattato di Roma. Il contesto era, e sarebbe stato ancora per anni, quello bipolare Usa-Urss, e lo schieramento dei paesi europeo-occidentali era inequivocabilmente ‘atlantico’.
L’avvio del processo di integrazione europea generava necessariamente un mondo tripolare che, quantomeno nel lungo periodo, avrebbe potuto essere notevolmente stabile. Ma così non fu. La caduta dell’Unione Sovietica alla fine degli anni ottanta fu il primo, vero scontro tra Europa e Stati Uniti per stabilire un primato di influenza sull’Europa centro-orientale e, in potenza, sull’ex Unione sovietica nella sua interezza.