Coronavirus, vincere la paura in dieci mosse
di Morning Future
Il vademecum del poeta, scrittore e documentarista Franco Arminio: «Davanti alla nostra umanità che viene a galla, ricominciare a parlare di morte e fragilità ci può fare bene»
«Il virus, il Coronavirus non scomparirà “domani mattina”», dice il poeta, scrittore e documentarista Franco Arminio. «E allora oggi siamo chiamati a fare i conti con una doppia emergenza: sanitaria prima di tutto ma anche sociale. Perché l’ipocondria, il panico, una volta che si estende al corpo sociale è devastante».
Ma allora come arginare questa paura? Arminio ha scritto un “decalogo contro la paura” che ci aiuta a riflettere su come affrontare un momento difficile ma soprattutto a rimetterci in relazione con noi stessi e la nostra fragilità. Dal “leggere un libro piuttosto che andare al centro commerciale” al “la vita è pericolosa, sarà sempre pericolosa, ognuno di noi può morire per un motivo qualsiasi nei prossimi dieci minuti, non esiste nessuna possibilità di non morire”, dieci punti, dieci regole da tenere a mente e mettere in pratica per imparare ad auto-aiutarci.
«Questo momento traumatico», spiega il poeta, «ha svelato la nostra fragilità collettiva. Dopo la fine dell’ultima guerra mondiale l’Italia non si è mai più trovata a fronteggiare una paura così grande. Neanche il terrorismo degli ultimi anni ha scalfito il corpo sociale del Paese». Ma adesso che succede? «Il Coronavirus è una malattia che in qualche modo ci riavvicina alla morte, al pensiero della morte.